“Il sangue è vite, il sangue è una testimonianza” – Dracula
Dracula è una miniserie prodotta da BBC (dagli stessi autori di Sherlock e Doctor Who) in collaborazione con Netflix che parte dal classico horror gotico. Conta soli tre episodi (un’ora e mezza l’uno) e a mio avviso comincia come interessante rivisitazione e invece si rivela essere una sòla.
Le tre puntate sono una discesa verso il baratro.
La prima l’ho gustata perché sembrava da una parte ricalcare il mito – ambientata nello stesso anno di pubblicazione del romanzo di Bram Stoker (1897) – e dall’altra mi rimandava al ricordo dei classici horror con il protagonista assoluto che in questo caso è il Conte con il suo humor inglese e fascino maligno.
Rivelazione interessante è suor Agatha Van Helsing che crede più nella ragione che in Dio. Si instaura subito un rapporto conturbante tra i due che sotto sotto si completano e si sentono uniti dal legame più potente del mondo, il sangue. Peccato per il povero Jonathan Harcher che qui viene bistrattato al pari di un vampiro sfigato e esce di scena al contrario del classico.
Il secondo episodio l’ho sorseggiato perché l’ho trovato più noioso del primo, con una struttura tipo giallo da manuale alla Agatha Christie anche se qui sappiamo chi è l’assassino… I personaggi del veliero non sono molto interessanti, salvo il comandante della nave (affascinato da Agatha) il cuoco con l’uncino e il medico scienziato.
La terza parte non l’ho proprio bevuta. Con un salto temporale senza troppe spiegazioni ci ritroviamo nel 2019 con un Conte perfettamente a suo agio con la telecamera anche se ha dormito per più di 100 anni. L’incarnazione di Agatha è una scienziata con poca passione e determinazione rispetto la pro-prozia che conduce Dracula verso il viaggio finale. Tra sketch improbabili vengono citate le dimenticate Mina e Lucy fino alla conclusione più triste che abbia mai visto negli ultimi tempi su Netflix.
Agatha e Dracula sono avvinghiati in uno spazio infuocato e sembrano due amanti rifugiati in un istante di passione, ma perché poi? Avevamo proprio bisogno di un finale così?
Voto serie: 6